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Terremoto nel V municipio: i dem "dissidenti" passano con Marchini

Dimissioni della capogruppo Pd, Maria Pia Federici, e addio al partito di altri tre consiglieri da sempre in contrasto con la linea Palmieri: Angelo Callocchia, Maria Marchionni, e Ida Liotti

Niente primarie? Allora ce ne andiamo. Questo il retropensiero di tre consiglieri dem del V municipio che oggi hanno lasciato il partito. Angelo Callocchia, Maria Marchionni, e Ida Liotti passano ai cuori spezzati di Alfio Marchini, dopo due anni e mezzo di insofferenza alla linea Palmieri, la richiesta di gazebi sul territorio rispedita al mittente, e la conferma finale della candidatura del minisindaco. E Maria Pia Federici si dimette da capogruppo.

Già dai primi mesi di consigliatura, il sismografo politico ha registrato scosse. Tanto che lo stesso commissario Aurelio Mancuso, arrivato otto mesi fa per l'operazione pulizia del partito post Mafia Capitale, ha subito notato la fronda di dissidenti. "Fuori dalla lista per le elezioni chi non collabora" dichiarava giorni fa a Romatoday, a commento della bagarre scoppiata in assemblea per la rivolta di chi, con tanto di raccolta firme, chiedeva le primarie.

Alla fine è arrivata la rottura. Un terremoto quasi inevitabile. "Questa decisione è maturata, nel corso di mesi, per l’assoluta mancanza di un’efficace azione di programmazione e pianificazione politico-amministrativa, riscontrata spesso nella percezione che i cittadini hanno del lavoro fin qui svolto" scrive in nota l'ex capogruppo Federici, che però tra i quattro non ha lasciato i dem. 

"Non sono stata mai coinvolta da questa Presidenza nelle decisioni strategiche, sia politiche che amministrative riguardanti il nostro territorio, ed è questo mancato coinvolgimento, unito ad un inesistente dialogo e confronto, la prima, ma non l’unica, delle cause che mi hanno portato a questa irrevocabile decisione". E ancora: "Interrogazioni poste dai consiglieri che attendono una risposta che già sanno non verrà mai data; tutti sintomi di un evidente scollamento tra organismo esecutivo e deliberativo che non si è mai cercato o voluto sanare".

"VALORI DEMOCRATICI VENUTI MENO" - Poi il comunicato congiunto di chi invece ha mollato. "Non condividiamo piu' l'azione messa in atto dal Pd a livello municipale e romano. La sospensione della democrazia interna e l'accentramento operato dai vertici dem non e' piu' accettabile. Per questo lasciamo il gruppo consiliare Pd e aderiamo alla Lista Marchini. Il rispetto dei valori fondanti del Pd nulla hanno a che fare con la distanza che si e' venuta a creare tra il commissario Orfini e la base degli iscritti, con la negazione di sistemi di scelta partecipati e democratici, come le primarie municipali. Sono venuti meno all'interno del partito i valori democratici nei quali noi fermamente crediamo e che riteniamo indispensabili all'interno di una associazione politica, in quanto modelli validi nella vita in generale.

Un modus operandi antidemocratico attuato, purtroppo, anche dal presidente del Municipio V Palmieri e che ha reso vani nostri tentativi di rendere onore al mandato elettorale all'interno di questo partito. Il nostro operato e la nostra azione politica, sempre volta all'interesse della collettivita' e del territorio, ci impone a questo punto di non nasconderci dietro l'adesione ad un generico e variegato 'Gruppo Misto' ma di essere chiari e trasparenti dichiarando, sin da ora, di condividere in pieno l'idea che la Lista Marchini ha per la citta' di Roma e per il nostro Municipio, ricostituendone così il Gruppo Istituzionale in sede consigliare".

I tre vengono subito salutati "con gioia" dal coordinatore municipale dei cuori spezzati, Fabio Piattoni, ex Pd nella scorsa legislatura. "È sotto gli occhi di tutti come il Partito Democratico e il presidente Palmieri non siano in grado oramai da diversi anni di governare il territorio, caratterizzando la loro azione dentro e fuori il palazzo municipale con profonda disattenzione amministrativa ed arroganza politica".

IL PRESIDENTE - Secco il commento del presidente Palmieri: "Parliamo di consiglieri che ieri chiedevano le primarie e oggi aderiscono a un partito della coalizione opposta. Questo dice tutto. Con Marchionni mi sono sempre chiesto per quale ragione fossimo nello stesso partito. Mi chiedevo se sbagliavo io o sbagliavano loro. Ora ho la conferma che sbagliavano loro". Senza contare che "Callocchia e Liotti sarebbero stati espulsi dal partito domani, perché non hanno pagate le quote dovute". Sul punto arrivano conferme dallo stesso commissario dem municipale Mancuso. 

IL COMMISSARIO - "Per quanto riguarda i consiglieri Callocchia e Liotti proprio in data odierna avrei proceduto a richiedere alla Commissione regionale di Garanzia la loro cancellazione dall'Albo degli iscritti del PD, in quanto inadempienti nei versamenti previsti dalle norme statutarie e regolamentarie. Evidentemente si è pensato furbescamente  di sottrarsi a  un provvedimento dovuto, ammantando la scelta odierna di ragioni politiche, che ha invece solamente il sapore di spicciolo trasformismo in vista di ricollocamento per le prossime elezioni".

E riferito al quartetto di consiglieri: "È incredibile come alcuni personaggi in cerca d'autore, riescano a passare dalla sinistra al candidato prediletto da Salvini. Il PD va avanti, a partire dalle Primarie di domenica, con la formazione della lista per le municipali, per la vittoria del PD e di Giammarco Palmieri presidente".

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