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Pigneto Pigneto / Via l'Aquila

Il cinema l'Aquila ancora chiuso: si va verso l'affido a Fondazione Musica per Roma

"A breve dovremmo avere notizie dalla ragioneria sull'iter degli accordi" spiega l'assessore Castello. Sempre più perplessi i residenti: "Perché non fare un altro bando?"

Otto mesi senza il cinema l'Aquila, salva la settimana di animazione per il Festival del Cinema. Il destino delle sale storiche del Pigneto continua a restare un punto interrogativo senza risposta per gli abitanti del quartiere, privati di uno dei pochi presidi culturali e sociali in grado di arginare spaccio e degrado. Oggi, anche il marciapiede davanti all'ex ingresso del cinema è diventato una mini piazza che fa gola ai pusher. 

"A breve dovremmo avere notizie dalla ragioneria per gli accordi con la Fondazione Cinema per Roma" ci aggiorna l'assessore alla cultura del V municipio, Nunzia Castello. Il piano è di affidare la struttura, chiusa a giugno con la revoca della concessione alla cooperativa il Sol.Co che la gestiva dal 2008, all'ente di promozione culturale responsabile del Festival del Cinema, ente di diritto privato con partner pubblici tra i soci fondatori. 

Un affidamento diretto perché il bando di settembre, rivolto esclusivamente a cooperative sociali come stabilito dalla legge sulla gestione dei beni sottratti alla mafia (art.48 del decreto legislativo 159/2011), ha dato esito negativo. Quattro le proposte arrivate in commissione di altrettante associazioni, tre scartate da subito, e una valutata insufficiente con l'attribuzione dei punteggi. Così municipio e Comune hanno vagliato l'ipotesi di una concessione alla Fondazione, previa lavori di ristrutturazione all'interno. 

Ma la procedura, emersa i primi di ottobre, è rimasta ferma al palo del caos politico che ha travolto il Campidoglio. "Purtroppo non possiamo farci niente - spiega l'assessore Castello - sono tanti gli iter che si sono bloccati con il commissariamento. La ragioneria tecnica del Campidoglio ha chiesto delle documentazioni aggiuntive, entro un paio di settimane avremo un responso". Intanto il cinema resta chiuso. E comunque la scelta di affidarlo alla Fondazione lascia perplessi. 

Non solo perché parliamo di un ente di diritto privato - "è consentito dalla legge per i beni confiscati alla mafia?" - ma perché scollato dalla realtà del territorio. "Così perdiamo il rapporto di prossimità" hanno spiegato in più occasioni comitati e residenti. "Perché non fare un altro bando?"
 

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