rotate-mobile
Pigneto Pigneto

Pigneto, immigrati senegalesi si uniscono al corteo degli studenti

Solidarietà, ieri, tra gli studenti che hanno sfilato lungo le vie del quartiere per dire no alla riforma Gelmini e un gruppo di immigrati senegalesi residenti nel VI Municipio

"Loro sono stati con noi nelle nostre proteste, noi adesso siamo qui con loro, per il loro futuro”. Così un gruppo di immigrati senegalesi residenti nel VI Municipio che ieri, durante la tappa dei manifestanti al Pigneto, ha deciso di unirsi al corteo degli studenti contrari all’approvazione del ddl Gelmini. I senegalesi, che dagli studenti hanno ricevuto un pacco simbolico in segno di solidarietà, hanno portato con loro anche uno striscione rosso, sul quale si leggeva: “No allo sfruttamento, permesso di soggiorno subito”. “Per noi è semplicemente esaltante che gli studenti abbiano scelto di venire qui stamattina – ha detto Giulio Calella, esponente del comitato civico del Pigneto - questo ci consente di dare la loro forza alle nostre piccole battaglie. Grazie agli studenti, infatti, oggi acquista visibilità anche ciò che normalmente è invisibile all’opinione pubblica. Il comitato - ha inoltre aggiunto Calella - lotta contro la speculazione sul territorio, e questi ragazzi stanno dimostrando di essere attenti ai veri bisogni della gente”.

Per gli abitanti del Pigneto quella di ieri è stata una data significativa anche “per ribadire – come si legge in una nota del Comitato di Quartiere - i diritti alla cultura e alla salute, dal momento che sono trascorsi già sei mesi dalla chiusura della Biblioteca di via mori, l’unica per un quartiere con oltre 50.000 abitanti”. “Con l’iniziativa di ieri – continua la nota degli attivisti del VI - si chiede quindi che il governatore della Regione Lazio inserisca nel bilancio 2011 il finanziamento per bonificare dall’amianto la struttura di via Mori; che il sindaco di Roma si adoperi perché i 500mila euro già stanziati vengano immediatamente resi spendibili; che il presidente del Municipio Roma 6 si attivi concretamente per tutelare i diritti alla salute e alla cultura”.

Intanto, quando gli studenti attraversano il quartiere Prenestino, la gente si affaccia e applaude, qualcuno lancia persino pezzi di carta colorata. Al clima di festa segue commozione e raccoglimento quando il corteo, arrivato nella zona del Pigneto, intona Bella ciao e ricorda il prezzo pagato da quella Roma, popolare ma dignitosa, alla guerra e al totalitarismo. È più o meno in quel momento che giunge ai ragazzi la notizia dell’operaio morto nel crollo di un solaio alla Facoltà di Scienze Politiche della Sapienza. Così, a otto giorni da quel 14 dicembre segnato dagli scontri con la polizia, la violenza e le fiamme nel centro della città, la morte di Mohammed Bannour, 35 anni, di origine tunisina, rimane l’unica nota stonata di una manifestazione pacifica di ragazzi che, lontani dalla “zona rossa”, hanno raccolto applausi sfilando in periferia.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Pigneto, immigrati senegalesi si uniscono al corteo degli studenti

RomaToday è in caricamento