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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Pigneto: a rischio i servizi sociali appaltati dal municipio

Vicina al collasso la Cooperativa Obiettivo 2000, con una perdita di 1000 euro al giorno. La denuncia del Comitato di Quartiere: "I nostri soldi spesi per pagare debiti e non per migliorare i servizi"

cooperative"Nel nostro Municipio, come in tutta la città, i servizi sociali di assistenza alle persone anziane, disabili e minori in difficoltà, sono affidate interamente a cooperative sociali, vere e proprie aziende private che vivono esclusivamente di finanziamenti pubblici. Alcune di queste cooperative che operano nel nostro territorio hanno accumulato nel corso degli anni ingenti debiti, a causa di gestioni ambigue di manager improvvisati e alla deresponsabilizzazione delle istituzioni”. Questa la denuncia emersa nel corso di un’assemblea tra cittadini e operatori sociali del VI Municipio, che si è svolta sabato 12 febbraio presso la Casa del Quartiere di via del Pigneto.

“I soldi pubblici spesi dal nostro Municipio – hanno aggiunto i rappresentanti del Comitato di Quartiere - non vengono investiti per migliorare o ampliare i servizi, ma solo per pagare debiti, mettendo così a rischio sia i servizi che i lavoratori delle cooperative. A questi ultimi, tra l’altro, non viene fatta adeguata formazione, lavorano con contratti per lo più precari e ricevono lo stipendio in modo irregolare”. A voler porre attenzione sulla questione sono soprattutto gli operatori sociali, i quali dichiarano di essere molto spesso costretti a un secondo lavoro per potersi mantenere. Con un’inevitabile conseguenza: lo scadere della qualità del servizio offerto. “Dei 18€ all’ora pagati dall’amministrazione, ci arrivano in tasca soltanto 7€. I rimanenti soldi, infatti, servono per mantenere in piedi le cooperative. Questa situazione è ormai diventata insostenibile, perché rischia di far perdere servizi fondamentali in un territorio che avrebbe invece bisogno di maggiori investimenti nel sociale”.

Significativa l’esperienza di “Obiettivo 2000”, una delle principali cooperative sociali del VI Municipio, che oggi, dopo quasi trent’anni di attività rivolta ad anziani, minori e portatori di handicap, rischia il totale collasso. “La nostra cooperativa è appesa a un filo – dice uno dei responsabili – perdiamo 1000 euro al giorno e siamo arrivati ad un debito di oltre 1 milione di euro. I nostri soci, inoltre, aspettano lo stipendio da due mesi e mezzo. Così è iniziato un fuggi fuggi generale che a breve potrebbe portare Obiettivo 2000 alla chiusura”. Nello specifico, la responsabilità sarebbe da rintracciare nel mal operato della giunta capitolina guidata da Alemanno, la quale “per supplire al ritardo nel pagamento delle commesse, ha chiesto alle banche di anticipare i soldi, scaricando comunque il 3% sulle stesse cooperative”. Un’infausta soluzione, insomma, che aiuta la liquidità ma fa aumentare i debiti.

La soluzione al problema, secondo gli operatori sociali del VI Municipio, risiederebbe nella semplice applicazione di una Delibera comunale (la 135/2000) che prevede, in casi come quello della Cooperativa “Obiettivo 2000”, il passaggio dei servizi presso un’altra Cooperativa accreditata, in modo da permettere il riassorbimento di tutta la forza lavoro, tutelando l’utenza ed i lavoratori, garantendo la continuità terapeutica ed evitando l’interruzione del servizio. “Ma soprattutto – dichiara un operatore sociale dell’USI (Unione Sindacale Italiana) – l’applicazione della 135 servirebbe a chiarire con quali criteri vengono appaltati i lavori alle cooperative sociali. Esistono infatti una serie di trattative sottobanco che francamente ci sono poco chiare e che vorremmocapire”.

Per questo, operatori sociali e rappresentanti del Comitato di Quartiere Pigneto-Prenestino, chiedono l’intervento dei soggetti pubblici, a partire dal Municipio, per un intervento che “metta fine alla deresponsabilizzazione creata dalla privatizzazione dei servizi sociali”. Mentre è atteso per il prossimo 17 febbraio un “Pride Sociale” sulla scalinata del Campidoglio, organizzato da varie associazioni che operano nel Terzo Settore per difendere il sistema di servizi, attività ed interventi sociali distribuiti su tutto il territorio metropolitano.

Intanto Alemanno parla di «via crucis» sul Bilancio, ma il rischio è che - a portare la croce - siano i cittadini romani più svantaggiati e bisognosi. I primi colloqui avuti con gli assessori dal neoassessore al Bilancio Carmine Lamanda, infatti, vengono definiti “choccanti” da alcuni addetti ai lavori. Secondo le prime indiscrezioni, i servizi sociali rischiano di subire un taglio drastico: oltre 30 milioni di euro in meno, un’autentica doccia gelata. Perché così potrebbero saltare alcune attività indispensabili, come l’assistenza agli anziani, ai disabili, e la possibilità di chiusura per il centro Alzheimer. Una vera e propria ecatombe. Solo ipotesi, per ora, ma certo le previsioni non sono rosee.

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