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Pigneto Pigneto / Via Pesaro

Pigneto: "150 arresti in 6 mesi, ma per la Procura non c'è nulla da indagare"

Finisce in un buco nell'acqua la denuncia presentata dagli abitanti per chiedere un'indagine sul narcotraffico. Per la Procura della Repubblica la notizia di reato è infondata

Centocinquanta arresti in poco più di sei mesi ma per la Procura di Roma non ci sono elementi per avviare un’indagine. Finisce in un buco nell’acqua la denuncia presentata più di un anno fa da quasi 500 abitanti del Pigneto per sollecitare la magistratura ad attivarsi contro la micro e macro criminalità che tiene sotto scacco il quartiere. A riferire l’esito del procedimento l’avvocato Alessandro Iannelli, intervenuto al convegno pubblico sul narcotraffico "Le mani sul Pigneto". 

NON C'E' REATO - "I tipi di reato ipotizzati all’interno della denuncia erano vari - ha spiegato il legale. - Si va dall’associazione a delinquere finalizzata alla vendita di sostanze stupefacenti, ai furti e le molestie. Da gennaio a settembre ci sono stati 150 arresti per microcriminalità dedita allo spaccio, ma a fronte di tutto ciò la Procura della Repubblica ha chiesto l’archiviazione del procedimento in quanto per il Procuratore la notizia di reato appare infondata". 

ARCHIVIAZIONE - Chiamato a controfirmare la richiesta di archiviazione il Gip ha dato invece un’interpretazione diversa ma non meno sconfortante per i residenti, archiviando di fatto la richiesta di indagine in quanto ritiene ignoti i responsabili dei reati. "È surreale - ha aggiunto il legale - che non si voglia indagare su un giro d’affari così importante. Quello che chiediamo alla magistratura è di colpire la testa dell’organizzazione perché un business di queste dimensioni non può essere gestito da ragazzi che stanno agli angoli delle strade".
 
POLITICHE SOCIALI - Nel corso dell’incontro si è parlato anche di politiche sociali per contrastare il narco traffico. "Non ci siamo mai posti in disaccordo con chi chiedeva più sicurezza - ha spiegato Daniele, residente al Pigneto da 18 anni - ma a questo punto dobbiamo anche chiederci se la militarizzazione ha risolto i problemi del quartiere". Due i punti su cui gli abitanti insistono: politiche di riduzione del danno e un ripensamento delle politiche repressive sul consumo degli stupefacenti.  

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