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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Pigneto, il ministero non paga la scuola Enrico Toti

Dall'Istruzione "buco" di 96mila euro alla materna che fatica a pagare i supplenti. La denuncia dell'Associazione Genitori: "Ora ci tocca bussare alle famiglie"

scuola-enrico-totiPer la scuola Enrico Toti il rubinetto del Ministero dell’Istruzione si è chiuso dal 2002. E, da allora, l’istituto scolastico di via del Pigneto deve centellinare le spese. Non poche, per un edificio che ospita 14 classi ed un totale di 278 alunni. Il debito che la Gelmini dovrebbe colmare ammonta a 96mila euro, da destinare (se mai i soldi dovessero arrivare) al pagamento delle supplenze.

A battere cassa sono direttamente i genitori che, stanchi delle promesse continuamente rimandate, e finora mai mantenute, hanno deciso di denunciare il caso: “Sono passati nove anni e la scuola non ha ancora ricevuto quei soldi – dichiara Fulvio Fania dell’Associazione Genitori Scuola Todi – Puntiamo a progetti educativi per ottenere finanziamenti ad hoc, anche se ad oggi l’unica risposta che abbiamo ricevuto dal Ministero è stata quella di farci inserire i residui attivi nelle spese non programmate. Ma questa – sottolinea Fania – è solo una finzione contabile, perché quei fondi, in realtà, non possiamo spenderli”.

Quello che i genitori della Toti vogliono evitare è lo smembramento delle classi e l’affidamento agli insegnanti di sostegno. È infatti questo il rischio che corrono gli alunni dell’istituto a causa della riduzione dell’organico, che a breve porterà la scuola a perdere tre dei suoi insegnanti. “Dal punto di vista didattico il vero problema è la Gelmini – dicono i genitori – grazie alla sua riforma la scuola sta andando a rotoli e si preannuncia un pericoloso abbassamento del livello di preparazione dei nostri figli, i quali, sempre più spesso, dovranno fare i conti con cicli scolastici discontinui e quindi improduttivi”.

L’unico rimedio per assicurare il funzionamento della macchina scolastica rimane quello di chiedere contributi alle associazioni di categoria oppure ai genitori. “Per rimpinguare un fondo di istituto sempre più povero siamo dovuti ricorrere al portafoglio delle famiglie – fa sapere l’Associazione Genitori Scuola Toti – le quali, per assicurare ai propri figli almeno il materiale didattico di base, tra carta, inchiostro e pennarelli, pagano annualmente una quota di 10 euro. Si tratta ovviamente di un contributo che la famiglia può decidere se versare o meno, certo è che da quel pagamento dipendono molte attività. Ma in ogni caso – conclude l’Associazione – questo non può essere sostitutivo dei finanziamenti che ancora attendiamo dal Ministero”.

Intanto lo scorso 28 gennaio la scuola Enrico Toti ha aperto per la prima volta le sue porte al territorio per una raccolta di materiale informatico, con la finalità specifica di rendere più “moderna” la struttura. “Siamo contenti perché l’iniziativa ha avuto successo e la partecipazione è stata buona – racconta Silvia Baldacci, una mamma – abbiamo raccolto diversi computer, tastiere, mouse, stampanti e pennette, che ora i nostri figli potranno utilizzare nel corso di lezioni più interattive”. L’iniziativa è stata curata dall’Associazione Genitori Scuola Toti e segue due recenti eventi sempre seguiti dai genitori con l’aiuto del Municipio: l’installazione di un montascale per Sara, una bambina diversamente abile che frequenta la prima elementare, e la riapertura del cancello principale della scuola su una nuova strada pedonale recentemente “conquistata” dopo la sua chiusura, di quasi tre anni, a causa della presenza del cantiere Metro C.

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