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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Pigneto, i residenti in piazza: “Il nostro territorio non è il Monopoli”

I cittadini del VI Municipio in corteo lungo le strade del quartiere per rivendicare diritti, spazi pubblici, trasparenza e per denunciare "le tante speculazioni che vanno fermate"

manifestazione_pigneto2Spazi verdi, asili e aree pedonali al posto di nuovi palazzi. Piste ciclabili e mezzi pubblici al posto delle macchine. Biblioteche e teatri invece di centri commerciali. Trasparenza, informazione e partecipazione per i cittadini, al posto di “amministratori sordi e prepotenti”.

Questo quanto hanno chiesto gli abitanti del quartiere Pigneto-Prenestino, unitamente ai comitati di quartiere, organizzazioni sociali e territoriali, nel corso di una manifestazione che si è svolta sabato 11 dicembre. Folto e coloratissimo il corteo composto da giovani, adulti, anziani, ma anche da bambini, che a partire dalle 10.00 ha sfilato lungo le strade del quartiere, da Piazza Perestrello (Tor Pignattara) fino al deposito Atac di Piazza Caballini. E tra ballerini, giocolieri, musica e tamburi, quella di sabato è stata una protesta in perfetto “stile Pigneto”, con tanta gente e atmosfera festosa.

Il VI municipio non è il Monopoli"


“Fuori Porta Maggiore – denunciano gli organizzatori – la città, più che un insieme di quartieri dove socializzare, ricevere servizi e partecipare, è diventata un tabellone del Monopoli. Una terra di conquista dove ogni bene comune viene privatizzato e chiunque può competere, basta saper speculare”. A finire sul banco degli imputati, la costruzione di alberghi, nuovi palazzi e parcheggi privati; l’imposizione di mutui e affitti da strozzo; le aperture indiscriminate di locali notturni e il lavoro nero. “Così – aggiungono i cittadini del VI Municipio – l’unico obiettivo per gli amministratori del nostro territorio è diventato fare profitto. Con la conseguenza che, come accade nel gioco del Monopoli, i diritti di noi abitanti non sono previsti”.

È per questo, allora, che “qua tocca baccajà - come grida al megafono uno dei dimostranti – per restituire al quartiere i suoi spazi e per renderlo più a misura di cittadino. Perché noi, a questo gioco, non vogliamo starci più”. Spazi verdi e sostenibili, in cui siano realizzate aree pedonali e percorsi ciclabili, e l’istituzione di luoghi dedicati alla cultura, a partire dalla riapertura di cinematografi e teatri dismessi come l’Impero, l’Avorio e il Teatro Preneste, sono alcuni dei progetti che gli abitanti del quartiere Pigneto-Prenestino vorrebbero vedere attuati. Ma le richieste degli attivisti del VI non si fermano qui. “Vogliamo un territorio dove gli amministratori operino in maniera trasparente e rispettino gli impegni assunti – sottolinea a gran voce il Comitato di Quartiere - dove esistano luoghi destinati all’informazione e alla partecipazione, reale non di facciata, dei cittadini”.

Tra i manifestanti, anche una buona percentuale di rappresentanti della comunità senegalese del Pigneto, che - come spiega Veronica dell’Osservatorio Antirazzista Pigneto-Prenestino – “nonostante viva da oltre vent’anni perfettamente integrata nel tessuto territoriale, continua ad essere considerata capro espiatorio di tutti i mali del quartiere”. Sono infatti recenti i tentativi di sgombero da parte delle forze dell’ordine indirizzati agli abitanti senegalesi di via Fanfulla da Lodi 38 e di via Campobasso, nel cuore del Pigneto. “Con due pretesti diversi – spiega ancora Veronica – hanno cercato di mandarli via per affittare gli stabili in cui risiedono a prezzi altissimi, diventando vittime di veri e propri attacchi mirati, persino con accuse di falso spaccio. Si è insomma innestata – aggiunge la rappresentante dell’Osservatorio Antirazzista – una vera e propria «caccia al nero». La realtà è che queste persone pagano regolarmente da anni l’affitto, e molto spesso sono purtroppo obbligate a vendere oggetti falsificati perché hanno problemi di inserimento nel mercato del lavoro”.

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