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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Pigneto, dopo 40 giorni riapre il mercato dell'isola pedonale: era stato chiuso per l'emergenza Coronavirus

Vittoria per il comitato di quartiere: "Fare la spesa all'aria aperta è più sicuro"

Il mercato dell'isola pedonale del Pigneto ha riaperto ieri, martedì 21 aprile. Era stato chiuso il 13 marzo scorso dalla polizia locale per motivi legati al rispetto delle norme di distanziamento sociale e di afflusso richieste dall'epidemia di Coronavirus. Fin da subito i cittadini del comitato di quartiere si erano battuti per mantenerlo aperto.  

"Lo storico mercato del Pigneto, infatti, non ha mai goduto di una sede “propria” e questo, in tempi di emergenza sanitaria e di decretazioni di urgenza, ha fatto si che la deroga prevista per i generi alimentari in tutti gli altri mercati, non valesse per questa realtà", ha spiegato il comitato di quartiere Pigneto Prenestino in una nota. 
Da ieri, però, i banchi del mercato sono tornati a riempire l'isola pedonale "con i profumi della campagna restituendo a questa un po' della vivacità già riconquistata da altre piazze di Roma", scrivono. 

Il risultato, spiegano, "frutto della collaborazione tra operatori e il comitato di quartiere, è stato riconosciuto dalla direzione Mercati e Aree pubbliche del dipartimento Economia e Sviluppo del Comune a seguito della presentazione di progetti, mappe e istanze con cui si è delineata una nuova e funzionale disposizione dei banchi nell’area. Infatti il loro posizionamento nella parte alta dell’isola, tra via Pesaro e via L’Aquila, consentirà un migliore utilizzo degli spazi garantendo ai clienti un accesso distanziato e delimitato per ciascun banco che sarà fornito di guanti per la scelta dei prodotti". 

Due le motivazioni che hanno spinto i cittadini a portare avanti questa battaglia: "La prima è che muoversi all’aria aperta in spazi ampi anche nel fare la spesa salvaguardi la salute delle persone ben più delle strette corsie dei molti supermercati oltre a tutelare maggiormente i lavoratori del commercio e della logistica sottoposti a carichi di lavoro rischiosi". La seconda, "attiene al vedere riconosciuta e garantita la libertà di scelta alimentare, che significa anch’essa difesa della salute, potendo continuare ad avere accesso alla raccolta dei piccoli produttori che coltivano le campagne romane secondo criteri alternativi alle logiche di produzione intensiva dell’agroindustria funzionali alla grande distribuzione".

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