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Venerdì, 19 Aprile 2024
Pigneto Pigneto / Via Roberto Malatesta

Quando la scuola è ostaggio della burocrazia: una riflessione sulla discontinuità educativa

Lettera aperta dei genitori della scuola Marcucci che si rammaricano per la mancata conferma di tre maestre "attente, competenti e aperte al dialogo" a causa della burocrazia negli incarichi

Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta di alcuni genitori della scuola dell’infanzia "A. Marcucci" di via Gabrino Fondulo sul tema della discontinuità educativa. I genitori si rammaricano per la mancata conferma di tre maestre "attente, competenti e aperte al dialogo", a causa della burocrazia negli incarichi. Ecco la testimonianza. 

Con questa lettera, noi genitori dei bambini della sez. B della Scuola dell’infanzia “Alessandro Marcucci” di Via Gabrino Fondulo di Roma, vogliamo raccontare una storia vera: la storia di tre maestre per le quali ciò che davvero conta sono i bambini. E se questa affermazione, di per sé, può apparire alquanto scontata e banale, in realtà, in una sistema scolastico dove, purtroppo, in alcuni casi, nonostante le tante “belle parole” di circolari e direttive, gli educatori spesso sono “latitanti” e poco accoglienti, questa storia appare come un caso esemplare (anche se, di fatto, dovrebbe rappresentare la normalità…) e, soprattutto, pone lo spunto per una riflessione attenta sul concetto di “continuità del processo educativo” e sull’utilità delle graduatorie per gli incarichi di docenza (uno spauracchio che ci perseguita dal primo anno di scuola dei nostri bambini).

    Le maestre Erika Garofano, Teresa Russo e Valentina Fochetti vengono assegnate alle sez. B della Scuola dell’infanzia “Alessandro Marcucci” a settembre (la maestra Valentina, in realtà, ad ottobre) 2013, dopo un anno di gravi disagi causati da un susseguirsi interminabile di maestre ed una conseguente forte discontinuità del processo educativo dei bambini dell’allora sez. A (confluiti successivamente in gran parte nell’attuale sez. B): un anno ritenuto fondamentale dal punto di vista evolutivo, poiché i piccoli di 3 anni si trovano ad affrontare le prime separazioni importanti, l’ingresso in comunità, l’acquisizione di abilità e di autonomie in un ambiente esterno, quello in cui i punti di riferimento alternativi a mamma e papà dovrebbero essere stabili, sicuri e rassicuranti; quello in cui le maestre, formate e preparate ad educare, dovrebbero tirar fuori risorse e potenzialità dai bambini, riconoscere le loro emozioni e restituire dei significati, creare un clima di fiducia imponendo anche, quando necessario, dei limiti “ragionevoli”, non finalizzati a strutturare piccoli e intelligenti esecutori delle volontà adulte. In  poche parole, l’esatto opposto della situazione che si è venuta a creare nell’a.e. 2012-2013 e per la quale molti genitori dell’allora sez. “A” si sono tanto battuti con le autorità competenti.

     Quest’anno le maestre Erika, Teresa e Valentina sono riuscite a creare tale contesto educativo accogliente e protettivo. Fin da subito si sono mostrate attente, competenti, aperte al dialogo con i genitori e disposte a tutelare tutti i bambini, nel rispetto delle singole personalità, estrazioni sociali, cultura d’origine e religione. Operando meravigliosamente in équipe, hanno dimostrato che chi sa lavorare con i bambini non li rende forzatamente uguali (pur considerandoli tutti sullo stesso piano); non appiattisce le loro individualità, anzi le rafforza, le rispetta, interagisce con le differenze e le integra; hanno accolto tutti, insegnandoci che solo con una comunicazione aperta è possibile creare ponti anche lì dove per troppo tempo sono stati eretti muri (di incomprensione).   

   Sappiamo che questa lettera non potrà garantire il rientro in servizio delle nostre care maestre il prossimo settembre nella classe dei nostri bambini, perché le norme che regolano la pubblica amministrazione, a tutt’oggi, nonostante la tanto proclamata (ed auspicata) riforma, con la loro rigidità, a volte, prevalgono sul buon senso e, paradossalmente, sull’interesse comune (anzi, meglio ancora, sul  tanto invocato “superiore interesse del bambino”)…

    
    Nulla ci impedisce, però, di formulare un pubblico elogio alle tre educatrici in questione, perché quando la “macchina pubblica” lavora bene è motivo di orgoglio per tutti: dirigenti, corpo docente, genitori, cittadini.
 Il clima di fiducia reciproca che si è creato quest’anno nella sez. “B” della Scuola “Alessandro Marcucci”, tra genitori e corpo docente e tra bambini e corpo docente, crediamo sia il segno più tangibile della professionalità con cui le maestre Erika, Teresa e Valentina hanno svolto il loro servizio: una professionalità caratterizzata, ovviamente, da una valida preparazione di base, da un forte senso di responsabilità, ma anche dall’attenzione alle istanze dei genitori, da un grande spirito di squadra e, soprattutto, da una “sana” attenzione alle esigenze dei bambini, i quali sono sempre venuti prima di ogni altra cosa.

   In questi anni abbiamo sentito dire le peggiori “stupidaggini” (consentiteci il termine):    

1)    “Non è un problema cambiare continuamente maestre, perché i bambini si adattano”: bene, allora provate a cambiare tata ai vostri figli quotidianamente, settimanalmente, mensilmente o annualmente e vedete cosa succede;  

2)    “I diritti dei lavoratori vanno difesi”: certo, ma quelli dei bambini? Qualche genitore un po’ più “sarcastico” direbbe che i lavoratori votano, i bambini no…. Però, in ogni caso, anche i genitori dei bambini si presentano alle urne….

3)    “Nessuno può fare niente, la graduatoria è legge”: verissimo, ma si può comunque scegliere di lavorare con coscienza e senso di responsabilità o, se non altro, richiamare all’ordine chi non lo fa, al di là delle graduatorie e dei permessi legittimamente concessi agli educatori-lavoratori".

    Non abbiamo mai sentito, finora, nessuno dirci: “Ma i bambini, cosa ne pensano?” Sarebbe interessante e, soprattutto, utile, ascoltare anche il loro pensiero. In fondo, il diritto all’ascolto è uno dei tanti loro diritti…

      Qualche “uomo di  legge” ha provato a mettersi dalla parte dei piccoli… Il TAR di Palermo, infatti, nella sentenza  n. 1813/11 (riferita alle insegnanti di sostegno) ad un certo punto recita cosi: “le graduatorie debbono servire ad individuare i migliori docenti nel caso concreto e non possono divenire un ostacolo burocratico a tale individuazione”. Ma da qui a dire che il buon senso prevalga sulla burocrazia, putroppo, ancora ce ne vuole…. 

   I nostri bambini, in ogni modo, la loro sentenza l’hanno disegnata: tutti in gita con le maestre, in una delle loro auto, nel disegno (qui allegato) di una bambina (ma condiviso da tutti gli altri della classe) che fino a pochi mesi prima si ritraeva soltanto assieme ai genitori ed al fratellino. Come dire che con maestre stabili ed emotivamente (oltre che fisicamente) presenti la “famiglia”, per i più piccoli, si allarga…..

    E allora, forse, bisognerebbe chiedere ai bambini – e non pescarle dalle graduatorie - quali maestre hanno individuato per il prossimo anno…

I genitori

Berivi L. e Parisi F.
Bosco C. e Pietrosanti M. .
Bosi F. e Catalano L. 
Canali L. 
Cicalò G. e Massotti E. 
Coviello F. e Federici A.

D’Ambrosio P. e Albino M. L.
Giaconia E. 
Karoui S. 
Marzinotto M. e Caiafa A. 
Messineo G. 
Palacios Vega M. 
Pierini M. e Totaro M. 
Versescu E. S. 
Virtuoso M. e Tucci F. 
Zaccaria E. e Cavallaro C.

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