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Pigneto, cinque cassonetti bruciati in via Ascoli: "Situazione migliorata? Tutte bugie"

Telecamere di sorveglianza e forze dell'ordine rinforzate non sembrano servire a molto, e il comitato degli abitanti lo dice a chiare lettere, portando a esempio cinque secchioni dell'immondizia ridotti in cenere due giorni fa

Al Pigneto, nascosto dietro maxi panchine di legno ancora lucido e aiuole fiorite, continua a brulicare il sottobosco dello spaccio. La nuova isola pedonale attende un taglio del nastro imminente, ma sarà sufficiente a restituire un volto nuovo a un quartiere vessato da spaccio, microcriminalità e movida fuori controllo? Telecamere di sorveglianza e forze dell'ordine rinforzate non sembrano servire a molto, e il comitato degli abitanti lo dice a chiare lettere, portando a esempio cinque secchioni dell'immondizia ridotti in cenere due giorni fa.  

"Chi non vive qui non può capire nè esprimere giudizi sulla situazione. Si parla tanto di spaccio e degrado ma le mosse fatte fino ad ora sono del tutto insufficienti e dal sapore puramente mediatico". Marco De Gennaro, portavoce del Comitato Abitanti Pigneto, descrive un quadro poco roseo. O almeno, immobile rispetto a mesi fa. Basta farsi una passeggiata dal tramonto in poi per rendersi conto che il clima è sempre lo stesso. 

Spacciatori appostati nei loro angoli ormai prestabiliti a seconda della nazionalità e del gruppo di appartenenza, ti avvicinano chiedendo a mezzo bocca se vuoi droga. La nascondono dappertutto, dentro i cassonetti, sotto le auto parcheggiate. Vanno e vengono padroneggiando il territorio, a pochi metri da camionette di Polizia e Carabinieri che specie nel weekend restano appostate, ma senza fare la differenza. 

"L’intervento delle forze dell'ordine è insufficiente perché oltre a essere scoordinate tra loro, non mettono in campo un vero intervento ispettivo - spiega Marco - basta tenere quotidianamente Higins, il cane antidroga, a zonzo che con una settimana li levano di mezzo. Ma a noi del Comitato abitanti ci sembra che non si vogliono mettere in campo semplici economiche ma efficaci azioni". 

"Un lavoro importante che abbiamo chiesto all’assessore Danese - prosegue Marco - è poter mettere in piedi anche e soprattutto un intervento di welfare, ovvero opuscoli assistenti e psicologi che intervengono su questi schiavi del narcotraffico. Perciò per me la situazione non è cambiata anzi direi radicalizzata al punto che la loro arroganza è cresciuta in modo smisurato". 

LUXURIA---->"BELLA LA NUOVA ISOLA, RESTA LO SPACCIO"

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