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Prenestino Tor Tre Teste / Via Luigi Gadola

Tor Tre Teste, induce donna a prostituirsi e rapina i suoi clienti

Fermato un incensurato disoccupato di Catanzaro che oltre a sfruttare una donna cubana, inducendola alla prostituzione, aveva elaborato un piano per rapinare i clienti durante la prestazione

Ieri è stato individuato ed arrestato dalla Polizia un uomo che, con minacce, percosse ed una condotta violenta, aveva indotto una donna a prostituirsi. Oltre a farsi consegnare dalla donna il denaro derivante dall’attività, aveva escogitato anche un sistema per derubare clienti. La denuncia è partita infatti da un cliente della donna che, accortosi di essere stato derubato, ha telefonato al 113 segnalando l’accaduto e precisando anche di nutrire alcuni sospetti sui possibili responsabili, ancora nei dintorni.

Gli agenti del Commissariato Prenestino, giunti sul posto, hanno quindi ascoltato il racconto della vittima: un cittadino bengalese di 21 anni. L’uomo avrebbe riferito agli investigatori di essere stato derubato all’interno di un appartamento, mentre si trovava con una prostituta. I poliziotti dopo aver avuto dalla vittima una descrizione e l’indicazione dell’appartamento dove era avvenuto l’incontro, sono riusciti a rintracciare poco lontano la donna, che in quel momento si trovava in compagnia di un uomo, nei pressi di un palazzo di via Gadola.

IL PIANO - L’uomo con lei, un 31enne incensurato disoccupato di Catanzaro, era l’ideatore di un sistema perfetto per fare soldi: la prima fase prevedeva l’individuazione di una donna da poter avviare alla prostituzione; con continue minacce e percosse era infatti riuscito a costringere una 37enne, di origine cubana, a mettere a disposizione il suo appartamento, un bilocale nel quartiere  Prenestino, per fornire delle prestazioni sessuali. Il provento della sua attività di meretricio era poi quasi interamente prelevato dall’uomo. Per attirare l’attenzione dei potenziali clienti, lo sfruttatore si era anche interessato di pubblicare su di un quotidiano l’annuncio relativo a prestazioni sessuali a prezzi concorrenziali.

La fase due iniziava direttamente nell’appartamento, quando i clienti venivano invitati a spogliarsi  in soggiorno ed a consumare il rapporto in camera da letto. In questo modo, nell’ultima fase del suo programma, l’uomo poteva mettere le mani sul portafoglio del malcapitato cliente. Nascosto in uno sgabuzzino, infatti, attendeva che il cliente venisse accompagnato in camera da letto per consumare la prestazione, e nel frattempo sottraeva tutto ciò che poteva dai suoi vestiti.

L’uomo era infatti sicuro che, per evitare spiacevoli coinvolgimenti, i clienti non avrebbero mai chiamato la Polizia. Una volta all’interno dell’appartamento, dopo aver ascoltato il racconto delle due vittime (il cliente e la prostituta) gli investigatori sono quindi riusciti a ricostruire l’ingegnoso meccanismo, individuando anche le precise responsabilità dell’aguzzino nei confronti della donna. Per F.E. è quindi scattata l’accusa per sfruttamento della prostituzione, favoreggiamento all’immigrazione clandestina e furto aggravato.
 

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