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Prenestino Collatino / Via Giorgio Perlasca

Il Tendastrisce riapre: "Via libera del tribunale, ma danni per un milione di euro"

Il Consiglio di Stato sospende l'ordinanza di sgombero e consente all'attività di riprendere gli spettacoli, fino al 28 aprila, data della sentenza definitiva

Da 37 anni a Roma, prima sulla Colombo, poi a Tor di Quinto, oggi a via Perlasca, chiuso da giugno ma pronto a riaprire i battenti, almeno fino a maggio. La partita del teatro Tendastrisce incassa una vittoria non da poco. Il Consiglio di Stato dà ragione alla direzione artistica, in guerra con il Campidoglio per l'esercizio dell'attività. Tradotto: niente sgombero e riavvio degli spettacoli fino al 28 aprile, quando il tribunale si pronuncerà con la sentenza di merito. I danni però, sono ingenti. E il vuoto normativo resta. 

"Abbiamo perso un milione di euro da giugno, 120 persone sono rimaste senza lavoro. Poi la questione del regolamento che ancora nessuno ha fatto non la sta risolvendo nessuno". A parlare è Paolo Prestipino, direttore artistico del Tendastrisce. "La verità è che non sappiamo di che morte dobbiamo morire". Una morte però è data quasi per scontata, se l'amministrazione comunale non si deciderà a mettere mano a un'impalcatura normativa lacunosa e non in grado di stabilizzare attività come i teatri tenda. 

L'ordinanza di sgombero arriva infatti nel 2014, dopo undici anni di do ut des: il pagamento del canone Cosap in cambio dell'occupazione di suolo pubblico, insieme a una serie di servizi resi al territorio, vedi manutenzione e pulizia dell'area ed eventuali concessioni dello spazio artistico per altre manifestazioni. Assenti concessioni, convenzioni, bandi. Niente di tutto questo, salvo un tentativo naufragato nel 2008, a cavallo tra l'ex governo Rutelli e la giunta Alemanno, di regolamentare i rapporti.

Da qui la richiesta di allontanamento dall'area più di un anno fa: l'attività per gli uffici è abusiva. Non per il Tar, che con sentenza del 2015, dà un colpo al cerchio e una alla botte: non si può parlare di abusivismo, ma superati i dieci anni senza una convenzione di qualche genere l'attività deve liberare lo spazio. La proprietà fa ricorso al Consiglio di Stato. E a settembre, la giunta Marino lavora a una proroga per garantire spettacoli e intrattenimenti almeno fino al 14 gennaio, data del primo pronunciamento. Il terremoto politico ha fatto il resto, congelando il compromesso, e costringendo la direzione artistica a sospendere il Golden Circus, festival internazionale di arte circense previsto per Natale. Dai tecnici di Tronca infatti, nonostante il pressing, non sono arrivate risposte. Poi la vittoria con il secondo grado di giudizio, che almeno per il momento mette un punto. Il teatro ritorna, ma il vuoto disciplinare è tutto da colmare. 


 

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