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Tensione a via Gordiani: sgomberata l'ex Heineken

Un gruppo di venti rom è stato accompagnato a Tiburtina per il rimpatrio. Molti i bambini che in mattinata sono andati a scuola e che alle 4 si ricongiungeranno con i genitori, senza sapere dove andranno a stare

Mattinata di tensione in via dei Gordiani, dove è in corso lo sgombero dell'ex fabbrica Heineken dove hanno trovato rifugio un centinaio di rom sgomberati ieri dal campo Casilino 700 nell'area del Parco di Centocelle.

Le forze dell'ordine stanno identificando gli occupanti, quasi tutti romeni. Donne e bambini verranno portati in centri di accoglienza fuori dal raccordo. A quanto riferito dall'associazione Popica Onlus un gruppo di rom romeni è stato accompagnato a Tiburtina per il rimpatrio diretto. Al momento della partenza del pullman da via Gordiani ci sono stati momenti di tensione con gli attivisti che bloccavano il pullman, gridando “vergogna, vergogna”.

Anna Evelina Pizzo consigliere del Partito di Rifondazione Comunista della Regione Lazio spiega: “Tra gli sgomberati ci sono numerosi bambini che anche questa mattina sono andati a scuola, la  Iqbal Masih, alle mamme è stato detto di aspettare i bambini per poi ricongiungersi a Tiburtina e valutare il rimpatrio”.

Insegnanti e genitori della scuola Iqbal Masih nella notte avevano portato coperte alle persone rifugiate nella fabbrica per ripararli dal freddo.

Durissimo il commento Tonino Vannisanti, vicepresidente e assessore alle politiche sociali del VI Muncipio:  “Il dottor Profeta (vicecapo di gabinetto del sindaco  Alemanno, ndr) ieri aveva promesso che avrebbe concordato con il nostro municipio il percorso di assistenza per questi rom. I fatti di questa mattina dimostrano che l'accordo non è stato rispettato”. Vannisanti parla di operazione di facciata: “I rom sono ora dispersi sul territorio. Si è trattato di una semplice operazione di facciata. Questo sgombero apre una profonda ferita nei rapporti tra il nostro municipio e il Comune di Roma e conferma la difficoltà del Sindaco Alemanno ad interfacciarsi con municipi di colore diverso dal suo”.

Ferma la condanna dell'azione da parte del consigliere Pd in Campidoglio, Daniele Ozzimo: "Non considero minimamente come proposta di accoglienza la divisione dei nuclei familiari, non ci riuscirono i nazisti nel campo di sterminio di Birkenau figuriamoci la Giunta Capitolina. Chiediamo la convocazione immediata del consiglio straordinario, la gestione confusionaria al limite della ragione sta causando un esodo di nuclei di comunità rumene ed in particolare nel quadrante est di Roma".

Chiede l'intervento del garante regionale l'assessore al bilancio della Regione Lazio, Luigi Nieri: "Nei confronti dei nomadi il Comune  di Roma sta mettendo in pratica una vera e propria persecuzione.  Non ci sono altri termini per definire l'operazione in corso.  Con la scusa della sicurezza urbana, si sta tentando di cacciare dalla città, in modo illegittimo, una intera comunità composta  anche di donne e bambini". Nieri chiede al "sindaco e prefetto di assicurare il pieno rispetto dei diritti dei bambini e i diritti umani delle persone coinvolte, nonché di avviare un tavolo di confronto con le comunità straniere. Venti anni fa (20 novembre 1989) veniva ratificata la Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia. Oggi, quasi in coincidenza con quella data, il Comune di Roma mette in atto una grave violazione di quei principi. Su questo episodio attiverò il Garante regionale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza.  Segnalerò inoltre il caso alla Commissione parlamentare per l'infanzia".

Amnesty international infine, parla di grave violazione dei diritti umani:
"Gli sgomberi forzati, eseguiti senza protezioni legali o di altro tipo, sono proibiti dal diritto internazionale in quanto grave violazione dei diritti umani, in particolare del diritto a un alloggio adeguato". Amnesty lancia anche un appello: "Bisogna assicurare che a tutte le famiglie sgomberate sia fornita una sistemazione alternativa come soluzione di emergenza e sia accordato un risarcimento per tutti i beni che sono stati distrutti durante lo sgombero forzato".

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