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Torpignattara Quadraro / Via di Tor Pignattara

IL QUARTIERE DIETRO IL BANCONE: una Torpigna che non esiste più

Mario è il proprietario del Caffè Valentini, storico bar di via di Torpignattara, dal 1959. Ci racconta i cambiamenti di una "borgata che ormai non c'è più"

Scoprire il quartiere attraverso le voci di chi da anni lo guarda dal bancone di un bar. Andare a prendere un caffè, parlare con i gestori dei posti storici e farsi raccontare aneddoti e storie del territorio, come lo vedono, come è cambiato e come lo vorrebbero. Questo è IL QUARTIERE DIETRO IL BANCONE che, una volta a settimana, riporterà la voce dei proprietari di un bar del VI Municipio.
 
Mario sta dietro al bancone del caffè Valentini, storico bar di Torpignattara, dal 1959 e, come dice lui, "troppe ne ha viste". In 52 anni di lavoro ha guardato cambiare il suo quartiere e oggi "non lo riconosce più". Con amarezza ci parla di "Torpigna", delle trasformazioni che l'hanno sconvolta negli ultimi 15 anni, di quando era ancora una borgata e si respirava aria di romanità ad ogni angolo. Il racconto di Mario è un disco rotto, bloccato su un leitmotiv che per lui è un'ossessione: "Ormai Torpignattara è in mano agli stranieri, non è rimasto più nessuno dei vecchi abitanti, e non si vive più come una volta" impreca il proprietario che, non a caso, da qualche mese, ha cambiato casa e quartiere e, a quanto dice, non è il solo. 
 
"Più avanti sulla via, accanto al fioraio, c'era un bar prima che è stato costretto a vendere perchè tutte le sere aveva dentro poliziotti che arrivano a calmare risse e fermare ubriaconi - racconta - e indovinate un pò a chi è stato venduto il bar? A cinesi ovviamente". Il problema maggiore, ascoltando le parole di Mario, sembra essere proprio l'alcool, e "quelle birette in più che questi manco le sanno regge". Sì perchè da quel bicchiere di troppo si rischia di passare in un attimo a episodi di violenza che, ci spiega, "sono ormai all'ordine del giorno". 
 

Caffè Valentini Torpignattara

 
Sorge spontanea la domanda: tra gli anni '60 e gli anni '80, prima di quella che Mario considera una vera e propria "invasione di immigrati", nessuno beveva? Non c'era delinquenza nel quartiere? "Certo che c'era l'alcol e la gente lo consumava sì e magari litigava pure - chiarisce - ma non finiva per prendersi a coltellate perchè ci conoscevamo tutti". Ecco forse la nota amara che l'anziano gestore non manda giù: "prima c'era condivisione, ti sentivi davvero parte di qualcosa, tanti li ho visti crescere e il bar era un punto di riferimento per tutti i residenti della zona". Ora invece gli affezionati che si fanno il bicchierino d'amaro e che, tra una parola e l'altra, da Mario ci schiacciano un'ora sono rimasti veramenti pochi. 
 
Certo, saranno anche tutti spariti i nativi di Torpigna, ma ogni tanto il racconto dell'anziano proprietario viene interrotto da un amichevole 'ciao mario' che ne smorza i toni amari. A salutarlo sono ragazzi, giovani tra i quindici e i vent'anni, che evidentemente abitano il quartiere. "Qualcuno c'è è vero - dice Mario - ma spesso escono da qui, prendono la macchina la sera e se ne vanno da altre parti, poi appena possono fanno proprio le valigie e cambiano zona".
 
Insomma, a sentire Mario, la vecchia borgata romana non esiste più. Certo è che, colpa della nostalgia o dei ricordi un pò sbiaditi, l'immagine di una Torpignattara che, da paese del bengodi si trasforma in pochi anni in covo di delinquenza, non convince granchè. Il racconto dell'anziano gestore suona un pò della serie "si stava meglio quando si stava peggio".
 
 
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