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Martedì, 16 Aprile 2024
Torpignattara Pigneto / Via Giovannoli Alò

Via Giovannoli e il cantiere 'della vergogna': "Unica soluzione è il sequestro"

I cittadini di Torpignattara ci convivono dal 2001, e il Municipio sembra aver tentato tutte le vie possibili per sbloccare il cantiere e imporre alla ditta il completamente del cantiere

Permessi scaduti o irregolari, abusi, case che i compratori non potrebbero abitare e il Municipio che sembra avere le mani legate. In via Alò Giovannoli i cittadini convivono con il cantiere "della vergogna" dal 2001. L'appellativo è quasi scontato, tra immobilismo dei lavori e condizioni di estremo degrado dell'area.

La ditta che ha preso in concessione l'area, compresa tra via Giovannoli e via Cartaro, ha edificato delle palazzine, ma delle opere di compensazione nemmeno l'ombra. Una porzione di terreno da risanare e una strada di collegamento tra il quadrante e via della Marranella, questa di particolare interesse per la cittadinanza. 

Non è arrivato niente di tutto questo. E salvo ordinare la messa in sicurezza per pezzi di cantiere risultati nel tempo pericolosi per i cittadini, il Municipio sembra bloccato in un pantano. Lo scorso mese di Ottobre il presidente Palmieri annunciava la partenza dei lavori per la strada di collegamento alla Marranella entro l'anno. Ancora non si è vista neanche una pietra, ma il minisindaco assicura che "con l'arrivo della documentazione Acea per l'illuminazione pubblica" non manca più niente, si dovrebbe partire a breve, e stavolta davvero, dopo secoli di tentativi falliti.  

A giugno 2013 è scaduta la proroga concessa dal Dipartimento Urbanistica che imponeva la conclusione dei lavori e la chiusura del cantiere. Dead linea ampiamente superata e, manco a dirlo, non rispettata. Non si contano più gli atti inviati da via Perlasca al Comune che ancora aspettano risposta. Palle passate da un ufficio all'altro con tanto di esposto in Procura, presentato dal consigliere Francesco Corsi (DifendiAmo Roma), e rimasto sul tavolo dei giudici. 

Forse una soluzione c'è, ma è il minor danno: il sequestro del cantiere. "E' l'unico modo rimasto per sbloccare la situazione - ci spiega il consigliere di opposizione del Municipio, Maurizio Politi - per dare un segnale alla cittadinanza che l'amministrazione c'è". Anche se non risolverebbe granché i problemi del quadrante. La ditta dichiarerebbe fallimento ma la responsabilità dei lavori ricadrebbe sul Municipio, che dovrebbe completare di tasca sua i lavori rimasti a metà. "A breve convocherò nuovamente i soggetti interessati in Commissione Trasparenza -prosegue Politi - e valuteremo con i cittadini l'ipotesi di chiedere il sequestro. Non credo ci sia altra soluzione". 

Altro dettaglio: "Le case costruite non hanno l'abitabilità e quindi non possono essere vendute. Nonostante questo c'è già chi le abita". 

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