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Torpignattara Prenestino / Via Albona

Disabili, chiude La Casetta "per verifiche tecniche". Sospeso al Prenestino anche un centro per minori

Il centro per la semiautonomia a Tor Pignattara ha chiuso i battenti il 30 aprile. Il municipio sta effettuando una "ricognizione documentale" su immobili municipali destinati a progetti sociali. Fermo anche il Centro 6 di via Albona

E' in corso una "ricognizione documentale volta ad acquisire la consistenza e lo stato del patrimonio indisponibile del Comune, in collaborazione con l'ufficio Patrimonio e l'ufficio tecnico del municipio". Ecco la ragione della chiusura della Casetta di via degli Angeli. E' scritta in una direttiva di giunta, la numero 15 del 26 aprile. Il centro per la semiautonomia di ragazzi disabili del quartiere Tor Pignattara ha interrotto le attività il 30 aprile, con preavviso ai genitori all'ultimo minuto, tre giorni prima. Nel silenzio del municipio che non ha comunicato niente alle famiglie. Il caso è emerso da un'interrogazione urgente del Pd in Consiglio. Il presidente Giovanni Boccuzzi ha risposto di non esserne a conoscenza, nonostante la direttiva di giunta che porta la sua firma e quella di tutti gli assessori. 

Perché il centro di assistenza non è più operativo? Il parlamentino ha avviato in autonomia una verifica a tappeto sugli edifici pubblici che ospitano progetti in ambito sociale in scadenza nella prossime settimane. "E' intendimento prioritario di questa amministrazione acquisire tutta la documentazione relativa a destinazione d'uso, certificazioni energetiche e igienico sanitarie". Ma La Casetta è stata aperta nel 2014 dallo stesso ente di prossimità. "E' il municipio ad avere effettuato tutti i lavori di ristrutturazione, aspettammo tutto il tempo necessario per avere le carte di agibilità della struttura" spiega l'ex presidente del municipio, Giammarco Palmieri. "Non capiamo il senso di bloccare un servizio che è lo stesso municipio ad aver avviato, con tutta la regolare documentazione, appena tre anni fa. E' fondamentale per i ragazzi, è la loro vita quotidiana. Interrompere percorsi del genere crea gravi danni alle famiglie". Eppure, la direttiva parla chiaro. 

"Si rende necessario sospendere il servizio, la suddetta ricognizione dovrà richiedere, vista la delicatezza dei servizi ivi erogati, i tempi più brevi possibili". Il tutto in collaborazione con gli uffici del dipartimento Patrimonio. Al direttore del municipio il mandato "di predisporre gli atti necessari al fine di procedere all'acquisizione della documentazione finalizzata alla regolarizzazione degli immobili". Non era possibile effettuare le verifiche senza bloccare le attività erogate? "Per tutelare gli ospiti abbiamo preferito chiudere - ha spiegato l'assessore al Sociale, Mario Podeschi - è una misura di precauzione in caso ci dovessero essere dei problemi seri a livello strutturale. Poi senza quei documenti non è possibile procedere con il nuovo bando"

CHIUDE ANCHE IL CENTRO 6 - E non è l'unico caso. E' caccia alle carte anche per il Centro 6, spazio polivalente diurno per minori di via Albona, zona Villa Gordiani, per giovani tra gli 11 e i 18 anni, gestito dalla coop Ruotalibera. Dovrà sospendere le attività il 16 maggio, dopo 19 anni. "Non comprendiamo la necessità di sospendere l'erogazione di un servizio per una tardiva gestione delle pratiche burocratiche di loro competenza"  denuncia l'ente gestore. "Negli anni, grazie all'impegno dei lavoratori sociali, il serivzio ha assicurato al territorio una continuità in attività di prevenzione e sensibilizzazione di centinaia di adolescenti e raletive famiglie in stretta coollaborazione con la scuola, il Tribunale dei minori, i Servizi sociali e la realtà delle reti sociali territoriali". Un progetto che "ha contribuito a rafforzare il senso di appartenenza a una comunità coesa attraverso il coinvolgimento di migliaia di adolescenti in attività laboratoriali artistiche e culturali, gite, soggiorni estivi, sostegno scolastico e eventi di cittadinanza attiva". Da qui la richiesta di "non far passare una notizia così grave sotto silenzio", perché la chiusura del centro "impoverisce la nostra comunità, la depotenzia di importanti servizi aggregativi e educativi e di prevenzione in un territoio a forte rischio di disgregazione e criminialità giovanile"

Ma tant'è. I due centri restano momentaneamente chiusi, aspettando la "ricognizione documentale". Con enorme rammarico di chi ha contato per anni su spazi alternativi per i propri figli in difficoltà. E con la polemica delle opposizioni ancora in corso per lo scarso anticipo con cui la comunicazione è stata fatta all'ente gestore, per la reazione del minisindaco che in Aula ha ammesso di non essere a conoscenza della questione. Ma aveva firmato una direttiva di giunta. 

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