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Torpignattara Tor Pignattara / Via di Tor Pignattara, 16

Pasticceria Signorini: la regina dei dolci a Torpigna da quasi un secolo 

Un piccolo laboratorio nel retro bottega e un negozio a conduzione familiare dal 1929. La specialità? Il dolce Signorini, pan di spagna farcito di cioccolata o gianduia su richiesta

Una rapida occhiata alla vetrina basta a farsi venire l'acquolina in bocca. In prima fila non può mancare il dolce Signorini, la specialità della casa. Doppio strato di pan di spagna ricoperto di crema chantilly e farcito al cioccolato, o, su richiesta, alla gianduia, prelibatissima ma un pelo più costosa. "In esposizione non la mettiamo perché il prezzo è più alto". Già, la crisi economica, insieme al nuovo quadro socio-culturale e ai cambiamenti di abitudini sul territorio, ha messo in ginocchio le botteghe storiche. E anche la pasticceria Signorini, istituzione di Torpignattara che resiste, si è dovuta adeguare ai mutamenti. 

"Il nostro dolce, quello che porta il cognome della famiglia, lo abbiamo alleggerito, usando meno ingredienti così sulla bilancia il peso è inferiore e costa tre, quattro euro in meno". Paola Signorini è la nipote del capostipite, Antonio, il pioniere delle pastarelle che nel 1929 aprì il suo piccolo laboratorio al civico 16 di via di Torpignattara. Il negozio lì è rimasto, diventando nel tempo gioiello del quartiere. "Abbiamo ereditato io e mio fratello quando è morto nostro padre, a maggio 2014, lui prese la pasticceria da mio nonno nel '60". La conduzione familiare è garanzia di qualità e prodotti espressi, preparati sul momento nel retro bottega. 

Certo, la clientela è cambiata, e anche la pasticceria Signorini fa parte della vecchia guardia sopravvissuta a stento all'invasione di minimarket, kebab, negozi di cinesi e bangladesi. "Non è questione di essere razzisti, ci mancherebbe, io non ce l'ho con gli stranieri, ovviamente le abitudini sono cambiate, ognuno ha le sue". Sarà che forse i nuovi abitanti non comprano la torta da portare al pranzo di famiglia la domenica. Ma, per fortuna, il soffice pan di spagna all'alcharmes del Diplomatico non conosce barriere culturali. Conquista i palati di tutti i buon gustai della borgata, romani e non. 

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