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Torpignattara, il caso Lidl in parlamento: "Il Ministro fermi le ruspe"

Tredici deputati hanno firmato un'interrogazione diretta al Ministro dei Beni Archeologici. La sospensione dei lavori richiesta dalla commissione commercio all'ex sindaco Marino non ha ancora avuto seguito

L'affaire Lidl finisce in parlamento. Oggetto di un'interrogazione parlamentare firmata da 13 deputati tra cui il Cinque Stelle, Alessandro Di Battista, e rivolta al Ministero dei Beni Culturali, il centro commerciale in costruzione tra via dell'Acqua Bullicante e via di Villa Santo Stefano a Torpignattara è ancora nel mirino di polemiche e controversie. La sospensione urgente dei lavori richiesta prima dal comitato No Cemento a Roma Est, poi dalla stessa commissione commercio, è arrivata sul filo del rasoio, proprio nelle ore in cui si consumava l'addio dell'ex sindaco Marino, e non ha avuto seguito. Con il nuovo commissario il centro commerciale rientra ancora tra le incognite. Intanto le ruspe vanno avanti, sbancando il terreno e preparando il quadrante alla "colata di cemento". 

Nessuno (o quasi) vuole quel supermercato. E al di là della volontà, il dubbio è che possa sorgere dove le ruspe stanno lavorando. Comitati, associazioni, singoli cittadini si stanno battendo da mesi per chiarire la vicenda, forti della certezza che sull'area in oggetto penda un vincolo archeologico non rispettato da chi ha rilasciato i permessi. L'area in effetti è vincolata per il decreto ministeriale del '95 che stabilisce un vincolo sul Comprensorio Casilino. Il quadrante però non rientrerebbe nel perimetro in oggetto secondo le carte del PTPR (Piano Regolatore). Una discrepanza tra impianto normativo e impianto grafico che ha permesso all'azienda di procedere con il cantiere. E che i firmatari dell'interrogazione vorrebbero risolvere facendo appello a una sentenza del Consiglio di Stato del 27 ottobre 2014. 

IL CONSIGLIO DI STATO - Vi si legge: "Nel dispositivo della sentenza in cui, come in questa fattispecie, si evidenziava «l'incongruenza tra i confini effettivi di un'area, come riportati in un decreto (parte normativa) e i confini riprodotti nella planimetria ufficiale (parte descrittiva): la quale svolge, del resto, una funzione meramente riproduttiva e figurativa della parte normativa dell'atto, che è quella che, innanzitutto, definisce l'ambito interessato dall'accertamento del pregio paesaggistico» si sottolineava, altresì come «prevalente la parte normativa su quella grafica», la quale, «di suo, deve rappresentare la fedele riproduzione dei dettati testuali provvedimentali, nel caso di specie quelli del più volte richiamato decreto»". Si invita in conclusione il ministro a prendere atto della sentenza, chiedendo se non sia intenzione dello stesso "una revisione del parere in merito" alla luce della giurisprudenza. 

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