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I centri anziani del V municipio vincono al Tar contro il Campidoglio: "Fondi bloccati senza motivo"

Si tratta di 48mila euro bloccati a fine 2019 dalla Ragioneria Generale: "Non vanno spesi per beni durevoli". Per il Tar, invece, hanno ragione i centri anziani

Il Tribunale amministrativo del Lazio ha accettato il ricorso avanzato dai sedici centri sociali anziani del V municipio contro Roma Capitale per la mancata erogazione di fondi. Si tratta di 3mila euro a centro, 48mila in totale, che l’Assemblea capitolina aveva stanziato con il bilancio preventivo 2020. Nel mirino delle associazioni che gestiscono i centri anziani la decisione della Ragioneria Generale di Roma Capitale che, con un parere del 31 dicembre 2019, ha negato il visto di regolarità contabile alla determina con la quale l’Ufficio Coordinamento Centri Sociali Anziani del V municipio aveva disposto l’erogazione dei contributi. Il motivo? I centri anziani avevano chiesto di poter utilizzare fondi per l’acquisto di oggetti come computer, videoproiettori, microfoni e sedie mentre per la Ragioneria quei soldi non potevano essere utilizzati per l’acquisto di beni durevoli.

Il Tar ha però dato ragione agli anziani: “Non sussistono preclusioni né vincoli”, si legge nella sentenza emessa il 16 settembre scorso dalla Seconda sezione del Tar del Lazio. “Ne discende la evidente illegittimità del diniego opposto dalla Ragioneria all’erogazione dei fondi in favore delle associazioni ricorrenti in ragione del fatto che i beni oggetto dei preventivi depositati sono tutti relativi a beni strumentali alle attività che le Associazioni sono autorizzate a svolgere nei centri e al miglioramento dei servizi offerti agli iscritti: computer, proiettori, stampanti, condizionatori, sedie, tavoli, schermi, microfoni”. Continua il Tar: “Appare di tutta evidenza la necessità di disporre di determinate apparecchiature per poter offrire dei servizi all’interno dei Centri ovvero di strumenti per poter migliorare le condizioni dei locali e degli spazi utilizzati per la fruizione dei servizi stessi (condizionatori, tosaerba, sedie, etc.)”.

Il coordinatore dei centri anziani, Umberto De Felice, ha commentato a Romatoday: “Abbiamo vinto e adesso aspettiamo questi soldi. Ė una questione di principio. La comunicazione della Ragioneria è arrivata il 31 dicembre, quando i soldi dovevano già essere spesi. Ci siamo molto arrabbiati. Anche perché va ricordato” aggiunge De Felice “che, a differenza di altri municipi, sono tre anni che i centri di questo territorio non prendono soldi dal Comune al contrario di quanto previsto dagli articoli 25 e 26 del Regolamento dei centri anziani approvato nel 2010 dall’Aula. Per questo abbiamo chiesto di poter utilizzare quei fondi per le strumentazioni al posto di eventi come serate mangerecce. Ci chiediamo inoltre dove sono finiti i fondi ministeriali per la sanificazione e la messa in sicurezza dei centri anziani alla luce dell’emergenza Coronavirus. La decisione del Comune di tenere i centri chiusi fino al 30 settembre ha avuto delle conseguenze psicologiche molto pesanti su molti anziani che vivono soli. E ora ci preoccupa il fatto che le strutture non siano ancora state adeguate per riaprire in sicurezza”.

Mario Podeschi, vicepresidente del V municipio, con delega alle Politiche sociali si dice soddisfatto afferma: “Sono felice di questa sentenza del Tar che ora ci permette di sbloccare questi finanziamenti destinati ai centri anziani. In altri municipi questi fondi sono stati erogati prima perché utilizzati per altri eventi come feste natalizie o cene mentre nel V municipio i centri anziani ci hanno chiesto di poterli usare per altri beni, necessari allo svolgimento di alcune attività. Ora cercheremo di erogarli il prima possibile anche nel V municipio”. Poi punta il dito contro gli uffici tecnici del V municipio: “Con una delibera di Giunta del 10 giugno abbiamo predisposto una serie di attività per la riapertura in sicurezza dei centri, tra le quali comprare i termoscanner, predisporre i dispenser per il gel, valutare la perimetrazione delle stanze e controllare i sistemi dell’aria condizionata. Fino ad oggi, però, l’unica cosa che ha fatto l’ufficio tecnico è stato sfalciare l’erba”.

Per la capogruppo in Campidoglio della Lista Civica Roma torna Roma, Svetlana Celli, la sentenza “rischia di incrinare ancora di più i rapporti non certo idilliaci tra Campidoglio e i centri anziani”, scrive in una nota. “Tutti i centri restano infatti ancora non accessibili fino al 30 settembre, in seguito all'ordinanza di chiusura per l'emergenza Covid-19. Ma su ciò che accadrà dal 1 ottobre c'è grande incertezza, sia sulla possibilità di riaprire che sulle modalità eventualmente per farlo in sicurezza. Un corto circuito di notizie e dialogo che sta gettando nello sconforto migliaia di anziani, provati da mesi di isolamento e privati ancora oggi dei loro luoghi di socializzazione”, ha concluso la consigliera che ha fatto sapere di aver chiesto la convocazione di una commissione capitolina Politiche sociali.

“I centri anziani continuano ad essere penalizzati dall'amministrazione grillina”, attacca Francesco Figliomeni, consigliere di Fratelli d'Italia e vice presidente dell'Assemblea capitolina, “e ciò è stato riconosciuto anche dal Tar del Lazio. “Ringrazio i presidenti e coordinatore del municipio che, pur tra mille disagi anche economici, si sono attivati per ottenere giustizia a favore degli anziani che in questi ultimi anni non hanno ricevuto i fondi previsti dagli articoli 25 e 26 del regolamento, come peraltro avevamo più volte denunciato”. Anche Figliomeni fa sapere di aver chiesto la convocazione di una commissione capitolina Politiche socialie e Trasparenza “per affrontare le criticità dei circa 150 centri anziani di Roma Capitale, che contano 90 mila iscritti”.
 

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