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Cemento al Casilino: appello alle leggi regionali sugli ecomusei

Un ecomuseo al posto delle unità abitative previste per il Comprensorio Casilino dal piano comunale. E' questa la richiesta dell'Osservatorio che chiede un'udienza alla Commissione Cultura della Regione Lazio

Una legge che sembra calzare a pennello quella proposta e approvata in commissione Ambiente della Regione Lazio sugli ecomusei. Farebbe proprio al caso del Comprensorio Casilino che, per molti, dovrebbe trasformarsi nella prima istituzione culturale del genere nella capitale. L'intento sarebbe quello di "recuperare, testimoniare e valorizzare la memoria storica" del territorio ma, soprattutto, di scongiurare la minaccia cemento che rischia di colare sull'area compresa tra via Teano, Villa De Sanctis, via dell'Acqua Bullicante e viale della Primavera. Per questo l'Osservatorio Casilino, comitato che da anni si batte per salvare il polmone verde, ha chiesto formalmente un’audizione alla Regione in Commissione Cultura per sensibilizzare sull’importanza e sull’opportunità di istituire un ecomuseo (progetto già approvato dal consiglio municipale) in quegli ettari che rischiano l'edificazione.

IL PIANO - Ne ha dato comunicazione il Comune durante la Conferenza dei Servizi che si è tenuta lo scorso 25 maggio. Il Piano Particolareggiato per il Comprensorio Casilino, che da tempo pende minaccioso sul territorio, è una realtà che il Campidoglio ha effettivamente pianificato. Da quanto si apprende dai membri del comitato di zona si tratterebbe di qualcosa come 3.000 unità abitative e 10.000 abitanti per 143 ettari circa di agro romano. "Una mostruosa colata di cemento che rischia di riversarsi sul nostro territorio - ha commentato il presidente del VI municipio Giammarco Palmieri - che è già il più densamente popolato di Roma, completamente priva di qualsiasi legame con il contesto sociale ed urbanistico già esistente. L'intera Giunta municipale ha partecipato alla Conferenza, esprimendo il suo totale dissenso sia sul metodo sia sul merito".

Sul metodo per il mancato coinvolgimento in sede di pianificazione sia dei cittadini che delle istituzioni locali, sul merito "perché distruggere l'unica area rimasta libera nei decenni dall'edificazione portando lì migliaia di appartamenti e di automobili è in totale contrasto con le esigenze vere del territorio, che ha bisogno di verde, di servizi di pregio, di opportunità di occupazione di lungo periodo".D'altra parte, nonostante la presa di posizione unanime dei consiglieri municipali, i comitati che sostengono la causa si chiedono come mai non sia stata ancora votata una delibera con la quale opporsi con fermezza al piano.
 

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