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In aula per il Comprensorio Casilino: “no” unanime ma nessun documento

Il consiglio del VI municipio si è riunito per discutere del Piano Particolareggiato per il Comprensorio Casilino. Risultato? Tutti contrari al cemento ma nessun documento firmato

Un “no” trasversale che, polemiche permettendo, “rischia” addirittura di sorpassare gli attriti politici. E’ il bilancio di due ore di seduta consiliare per un solo ordine del giorno: il Piano Particolareggiato del Comprensorio Casilino. Il Consiglio del VI municipio si è riunito per discutere del futuro dei 100 e passa ettari di terreno, compresi tra le vie Casilina, Acqua Bullicante, Prenestina e Tor de Schiavi. Risultato? Un’esclamazione comune, “pura follia”, e la stessa linea generale: “no” a qualunque progetto preveda anche solo un metro cubo di cemento. Tralasciando che, nonostante innegabili comunanze di vedute, gli scontri politici hanno avuto la meglio impedendo di fatto di firmare qualunque documento comune, la domanda è: perché tornare con tanto allarmismo su un piano che esiste da tempo?

I vincoli paesaggistici sull’area, posti dal Mibac negli anni Novanta, sono caduti nel 2006 a seguito di una serie di sentenze del Tar che hanno dato ragione ai proprietari di alcuni terreni in questione. Nel 2009 una memoria di giunta degli assessori comunali Ghera e Corsini ha innalzato l’indice di costruibilità da 0,5 a 1,3 metri cubi. Da lì la crociata della maggioranza municipale di centro sinistra che, accogliendo le istanze di comitati e associazione operanti sul territorio, ha sempre espresso posizioni nettamente contrarie a ogni forma di cementificazione. Oggi però si torna a discuterne. Motivo? Ufficialmente una telefonata di qualche giorno fa che ha allarmato, e non poco, il presidente Palmieri.

“Mi ha chiamato l’assessore Ghera, mi ha convocato in Campidoglio e, alla presenza dell’architetto Coccia, mi ha mostrato delle slide con le nuove linee del piano per il comprensorio. La mia risposta è stata che quelle linee non poteva certo comunicarle a me personalmente ma avrebbe dovuto farlo davanti all’intero consiglio municipale e ai cittadini”. E infatti l’architetto è stato invitato lo scorso 28 marzo (secondo alcuni un invito un pò tardivo) ma all’ultimo ha disdetto l’incontro per impegni sopraggiunti.  

Poco male, ci si è riuniti comunque con l’intento, sollecitato a gran voce da comitati e cittadini, di assumere una posizione comune da sostenere contro la minaccia cemento. Posizione che, nei fatti, esiste e si sostanzia da una lato della linea politica della giunta Palmieri, che in quattro anni di legislatura si è sempre opposta al piano, e dall’altra delle dichiarazioni dei consiglieri pidiellini che hanno più volte ribadito il loro “no” alle ruspe tanto da aver redatto un documento (che poi non si è riusciti a votare) in cui si invita il primo cittadino a rendere conto delle novità in sede consiliare. Insomma, le “ultime volontà” sembrano uguali per tutti. Peccato che la congiuntura politica non sia delle migliori e che i tempi del governo municipale siano alle strette, motivo in più che spiega l’improvviso grido d’allarme intorno al piano per il Comprensorio.

“Invito i presenti a riflettere: se il governo del municipio dovesse cadere si andrebbe dritti al commissariamento. Cosa significa? Che il sindaco Alemanno propone le delibere e se le approva da solo. A quel punto sì che non potremmo più opporci in nessun modo”. L’intervento dell’assessore all’urbanistica Giovanni Assogna, che suona tanto da allarme quanto da invito, riassume perfettamente la questione. Se chi con l’edilizia fa campagna elettorale si ritroverà a guidare il municipio chi si opporrà alla politica del cemento? Forse il presidente dimissionario: "Nessuno potrà impedirmi di protestare da comune cittadino, piuttosto che stare a guardare mi metto davanti alle ruspe e mi faccio arrestare".

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