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Dalla piattaforma online al gruppo Facebook: le mappe dell'Ecomuseo Casilino crescono anche in quarantena

L'associazione sta anche partecipando al progetto del Mibact 'La cultura non si ferma'

Quel patrimonio di memoria e conoscenza del territorio che oggi compone le mappe dell'Ecomuseo Casilino è stato costruito negli anni, passo dopo passo, per le strade tra i quartieri, incontro dopo incontro. Eppure, anche in tempi di quarantena, i suoi percorsi e il suo sapere, stanno crescendo. Sono infatti diversi gli strumenti digitali rimasti a disposizione dei cittadini che stanno così continuando a incrementare un censimento culturale, ambientale, storico e archeologico del territorio che si estende tra il Pigneto e Centocelle. “Anche se la maggior parte delle nostre attività è sempre stata dal vivo”, spiega Cladio Gnessi, presidente dell’associazione Ecomuseo Casilino Ad Duas Lauros “abbiamo a disposizione da tempo alcuni strumenti digitali che stanno mantenendo attiva la partecipazione e che hanno anche dato il via alla collaborazione con il progetto ‘La cultura non si ferma’ del ministero per i Beni e le attività culturali, insieme all’Istituto centrale per il patrimonio immateriale che sta monitorando la nostra ricerca virutale”. 

Proprio nel marzo scorso il progetto Co.Heritage, che in quattro anni di attività ha coinvolto migliaia di cittadini del territorio con l’intento di costruire un racconto dal basso della memoria, dell’identità e dell’impegno sociale, politico e religioso del territorio, ha aperto uno spazio virtuale di incontro dove incontrarsi per costruire un patrimonio di luoghi, ricordi, immagini e testimonianze dei quartieri interessati. “Negli ultimi giorni sono arrivati circa 40 contributi da questa pagina Facebook”, continua Gnessi. “Ora li abbiamo raccolti e domani porteremo la prima mappa di comunità elaborata grazie a questi contributi all’interno della piattaforma”.

Oltre allo ‘Sportello della memoria’, al quale chiunque può inviare fotografie e documenti d’epoca dei quartieri dell’Ecomuseo, prosegue anche il lavoro sulla 'piattaforma dei percorsi' attraverso la quale tutti i cittadini possono inserire le proprie risorse culturali legadole a un quartiere e a un percorso: “Questa piattaforma permette di proporre direttamente un luogo da inserire all’interno di un percorso che diventa subito parte integrante del patrimonio del territorio in modo rapido, veloce e aperto. Solo in questi giorni ben 37 persone si sono iscritte e hanno manifestato l’intenzione di inserire dei contenuti”. Come funziona? “Basta registrarsi ed entrare direttamente nella piattaforma, compilare tutti i campi di catalogazione, dal titolo alla descrizione passando per la gallery e il tema o i temi. In questo modo un utente che vuole seguire un percorso naviga tra le varie risorse inserite”.

Infine “stiamo lavorando per chiudere la piattaforma di catalogazione interna per trasformarla in una piattaforma aperta che possa essere utilizzata anche per altre istituzioni culturali diventando patrimonio pubblico. Questa è un’idea che coltiviamo da sempre: fare in modo che la nostra ricerca possa essere fruita da tutti”. 

Su una cosa non c’è alcun dubbio: “Questa situazione ha fatto si che spingessimo molto di più sugli strumenti digitali. Abbiamo potuto verificare che la gente vuole riappropriarsi della memoria dei luoghi e quindi sta partecipando”. 
 

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