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Venerdì, 19 Aprile 2024
Pigneto Pigneto / Via Macerata

"Il Pigneto non è spacciato" un anno dopo, tra false promesse e rassegnazione

Ad un anno dalla prima grande manifestazione contro lo spaccio il comitato abitanti fa il punto della situazione. "Le istituzioni non ci rappresentano più. L'unica strada che abbiamo è far partire una grande campagna mediatica. E siamo pronti ad ammanettarci e bloccare le strade"

A un anno e rotti dalla prima manifestazione contro lo spaccio, gli abitanti del Pigneto tornano a prendere la parola e a minacciare nuove azioni. A scrivere a RomaToday è Marco, che di quelle battaglie fu tra i protagonisti e che oggi non intende cedere alla rassegnazione che ha contagiato molti residenti. Le istituzioni sono ormai silenti dallo scorso autunno, e anche i blitz della Polizia si sono fatti più rari, benché si siano sempre rivelati vani. Il racket della compravendita di droga però tiene ancora saldamente in mano il quartiere. E intanto si avvicina una nuova estate, che per il Pigneto vuol dire movida, e per le organizzazioni criminali fiumi di denaro in arrivo.  

MOLTI FANNO LE VALIGIE MA C'E' ANCHE CHI RESISTE - "Come se ne esce?", si chiede Marco. In molti al Pigneto pensano che la situazione sia ormai compromessa e stanno già facendo armi e bagagli per trasferirsi altrove. Altri si preparano a resistere come animali di zona. "Finora siamo riusciti a fermare queste manifestazioni perché creerebbero solo altra tensione, ma la totale assenza istituzionale, e la rabbia per vivere da stranieri nel proprio quartiere rischiano di far degenerare le cose". L’indignazione è tutta per le istituzioni giudicate ormai non solo incapaci, ma del tutto disinteressate a risolvere il problema. Prima di continuare con la cronaca ripercorriamo però le vicende che hanno portato a questa situazione di stallo. 

UNA STORIA VIOLENTA - L’escalation criminale al Pigneto ha inizio con la realizzazione dell’area pedonale, ma il fenomeno ha assunto una dimensione inedita a partire dalla primavera scorsa. I residenti hanno subito segnalato la deriva. Il 22 marzo 2013 il neonato Comitato Abitanti organizzava la prima manifestazione contro lo spaccio di droga. Passata quasi inosservata sui media, la protesta ebbe una replica il successivo 8 maggio.

In estate la situazione precipita. Il 29 settembre, con l’occupazione di via L'Aquila, hanno inizio le prime vere proteste di massa. Il giorno seguente il minisindaco Giammarco Palmieri ammette che ormai la criminalità ha preso il controllo del territorio. Il 5 ottobre il vicesindaco Luigi Nieri ci mette la faccia e si presenta davanti ai residenti promettendo l’impegno del Campidoglio per debellare lo spaccio. Nieri annuncia inoltre la presenza di Marino all’assemblea pubblica fissata per la settimana seguente. Il sindaco però non si presenta e il 12 ottobre i residenti occupano di nuovo via L'Aquila sbeffeggiando il Campidoglio con un Marino cartonato. 

E MARINO DISSE: "TORNERO’ IN BICI" - Tutto rimandato al 14 ottobre. Seguito da un codazzo di flash e telecamere, davanti ai residenti Marino promette "un contrasto severo e rigoroso ad ogni azione criminale" e annuncia solennemente: "Porteremo via i criminali da questo quartiere, ve lo assicuro". Quindi stringe un patto con gli abitanti che a ragion veduta gli costerà un bel pezzo della sua credibilità: "Vengo a sorpresa con la mia bicicletta ogni 10 o 12 giorni e voi mi dite come va". 

Pigneto: Ignazio Marino incontra i residenti

LA REAZIONE DEL CAMPIDOGLIO - Il Sindaco non si è fatto più vedere, in compenso il suo vice, Luigi Nieri, ha accolto in Campidoglio un messo degli abitanti. Sul tavolo le richieste che la cittadinanza poneva all’amminsitrazione, prima fra tutte l’emergenza droga. La reazione del Campidoglio, almeno all’inizio, c’è stata. La potatura degli alberi e una maggiore attenzione alla gestione dei rifiuti sembravano aver dato il via ad un’inversione di marcia. E un paio di blitz della Polizia avevano messo sul chi va là gli spacciatori. Con il tempo però le misure straordinarie sono venute scemando e l’illegalità è tornata a farla da padrona. Il 24 dicembre la situazione era compromessa a tal segno che un commerciante è stato picchiato da un pusher fuori dal suo negozio. 

IL PIGNETO OGGI - Benché le intenzioni non siano più battagliere come un tempo il risentimento verso le forze politiche e Forze dell’Ordine non è meno feroce. E i social network diventano spesso il resoconto stenografico di questa indignazione. Marco la sintetizza così: "Abbiamo dato fiducia alle istituzioni ma abbiamo riscontrato ormai che sia il Sindaco Marino che il Prefetto Pecoraro non hanno interesse ad affrontare insieme i problemi dello spaccio, del degrado, della violenza. Non parliamo del presidente del municipio Palmieri per il quale il Pigneto non esiste". 

IL CASO SERONO-CONDOTTE - A far crescere la rabbia è arrivata anche la vicenda della riqualificazione dell’isola pedonale, finanziata da una ditta privata (la Condotte Serono) in seguito ad un accordo con il Comune. I lavori dovevano iniziare a gennaio ma non sono mai partiti. "Dal 2004 stiamo dietro ad una delibera comunale che metteva ordine sugli abusi della Serono-Condotte mettendo nero su bianco cosa dovevano dare e fare per riqualificare il Pigneto. Delibera mai applicata, mai controllata, mai gestita dal Comune che poteva servire a far vedere che le istituzioni ci sono e sono a fianco dei cittadini. Scopriamo invece che le isituzioni ci sono poco e parte sono a fianco dei palazzinari". 

NUOVE PROTESTE - Negli ultimi mesi le istituzioni sono rimaste silenti. Ma anche la voglia di lottare dei residenti sembra scemata e i negozianti sono "impauriti e desolati". Un clima di rassegnazione che ha contagiato molti ma non tutti. Per evitare un esodo di massa non resta che la strada delle proteste ad oltranza. "Forse con una grande campagna mediatica possiamo far riacquisire forza e consapevolezza all’opinione pubblica del quartiere. D’altra parte, tra noi c’è ancora un piccolo stuolo di persone, forse le più determinate, a continuare la lotta alla mafia dello spaccio". L’azione più praticabile "potrebbe essere quella di incatenarci e bloccare le strade fin quando gli addetti alla vigilanza non portano via gli spacciatori". E intanto l'estate è alle porte. Le organizzazioni che gestiscono 'la piazza' fanno festa. Gli abitanti un po' meno e forse preparano le valigie. 

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