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Pigneto Pigneto / Via Fanfulla da Lodi

Pigneto, nuovo sgombero per la comunità senegalese di via Fanfulla da Lodi

I sigilli ai tre appartamenti al civico 38 erano stati messi nel febbraio scorso

Nuovo sgombero per la comunità senegalese di via Fanfulla da Lodi. Ieri mattina la Guardia di finanza ha apposto i sigilli al civico 38 della strada che attraversa il Pigneto. Il cancello è stato murato per impedire qualsiasi accesso. Nel giro di poche ore una decina di persone è rimasta per strada con tutte le proprie cose. L’immobile è stato posto sotto sequestro il 19 febbraio scorso in seguito a un’operazione di contrasto alla vendita di merci contraffatte a carico di quattro persone presenti in quel momento in uno dei tre appartamenti che si trovano a quel civico.

Quel giorno quindici persone sono rimaste senza casa. Nel corso dell’operazione i residenti hanno scoperto di essere occupanti abusivi pur avendo sempre pagato l'affitto: l’immobile nel 2014 è stato venduto e loro non ne sapevano nulla. La comunità senegalese vive in via Fanfulla da Lodi 38 da ormai una trentina di anni, punto di riferimento per i connazionali ma anche per i residenti del quartiere che in questi mesi non hanno mancato di far sentire il proprio appoggio. Dopo lo sfratto di febbraio, infatti, alcuni inquilini si sono accampati per protesta lungo i bordi della strada. “Per un’operazione relativa a quattro persone siamo stati sfrattati tutti. Senza considerare che abbiamo sempre pagato l’affitto”, la denuncia. Così chi ce l’ha fatta è rimasto nelle tende a presidio della propria casa.

“Siamo rientrati alla fine di maggio ma i sigilli non li abbiamo rotti noi”, denuncia Abdul, che attende seduto su un tavolo attorno al quale sono accatastate valigie, materassi e mobili smontati. “Una sera la polizia municipale cercava una persona che in quel momento era all’interno e ha aperto il cancello. Alcuni di noi dormivano nelle tende qui fuori e gli è stato detto di entrare per dare una pulita perché tutto era rimasto come il giorno dello sgombero. Ma non siamo noi ad aver rotto i sigilli”. Così ieri mattina è scattata una nuova operazione. Una quindicina di persone è rimasta tutto il giorno seduta sul ciglio della strada a presidiare le proprie cose ammassate e in attesa di trovare soluzioni. Tra loro anche due persone ultrasettantenni. Qualcuno aspetta di capire se riuscirà a essere ospitato da amici. Altri sono decisi a restare: “Dormirò qui sul materasso. Abbiamo sempre pagato l’affitto, non potevano cacciarci in questo modo”. A sorvegliarli per tutto il giorno una volante della polizia.

Il sequestro preventivo è stato impugnato al tribunale del riesame ma è stato rigettato. “I giudici hanno ritenuto che i ricorrenti non sono legittimati a impugnare il provvedimento in quanto, non avendo il contratto con il nuovo proprietario, sono ritenuti occupanti senza titolo”, spiega Cosimo Alvaro di Progetto Diritti. “Anche in caso di dissequestro non potrebbero rientrare. Quando sarà possibile presenteremo istanza al giudice per le indagini preliminari. Diverse sentenze della Cassazione, in situazioni simili, hanno riconosciuto i diritti degli inquilini”.

Presenti anche alcuni cittadini dei comitati del quartiere. “Ancora una volta queste persone subiscono un danno doppio”, le parole di Enzo De Martino del comitato di quartiere Pigneto-Prenestino. “La prima volta a febbraio quando sono stati sgomberati pur avendo continuato a pagare l’affitto. Oggi (ieri, ndr) essendo stati accusati di aver rotto i sigilli pur non avendolo fatto. Si tratta di accanimento nei confronti dei più deboli. Nessuno ha preso in considerazione che l’immobile era stato venduto senza che loro ne sapessero niente, che gli affitti sono sempre stati pagati, che la merce contraffatta è stata trovata solo a quattro persone. Questa negazione di diritti ci suscita molta rabbia”. Aggiunge Marco: “Continueremo a sostenere la resistenza della comunità senegalese di via Fanfulla da Lodi, perché sono un punto di riferimento e non devono essere cancellati dal quartiere”. 

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